" Bypass "

Lo scorrere della Parola del Vangelo, oggi, è a rischio d'infarto:
ci sono dei canali di recezione e di proclamazione che si sono ostruiti,
e spesso irreparabilmente, a causa delle infiltrazioni di elementi terreni,
piacevoli a recepirsi, ma pericolosi per la circolazione del sangue spirituale
della Parola in noi e attorno a noi.
Qualche volta, con una cura adeguata, si può rimediare al problema.
Altre volte, occorre il vero e proprio intervento: un bypass, che permetta di evitare i canali ostruiti e ricollegare il percorso vitale dell'organismo spirituale.
La chirurgia spirituale ha fatto passi da gigante, attraverso le esperienze sperimentate lungo il percorso storico, con le aggiornate testimonianze dei curati e dei curatori del problema circolatorio dello spirito, con gli strumenti sempre più moderni per accedere all'interno del sistema umano.
Manca solo la coscienza dell'ammalato, di colui che pur sapendo di essere infarcito da elementi nocivi, non si preoccupa più di tanto, e non sente l'urgenza dell'intervento, nè si dà da fare per accedere subito a una cura adeguata.
Il rischio di infarto si fa sempre più imminente, e solo il bypass dello Spirito ci può ricollegare i canali ostruiti della circolazione della nostra mente, della nostra anima e del nostro cuore. 

° ° ° ° ° ° ° ° ° " Quasar " ° ° ° ° ° ° ° ° °

Un quasar (contrazione di quasi-stellar radio source, radiosorgente quasi stellare)
è un oggetto astronomico che somiglia ad una stella
I quasar sono oggetti molto distanti
ed emettono più energia di dozzine di normali galassie.
Infatti, i quasar sono considerati tra gli oggetti più luminosi dell'Universo osservabile. 
L'enorme luminosità e le brusche fiammate di un quasar sono totalmente inimmaginabili per la mente umana: un quasar medio può incenerire l'intero pianeta Terra
da numerosi anni luce di distanza ed emettere tanta energia in un secondo
quanta il Sole ne emette in centomila anni.
Piccola, ma preziosa ed efficace potenza, quella del Vangelo, inimmaginabile nella sua efficacia agli occhi umani; solo il "telescopio" dello Spirito ci può fare intuire come questa realtà pulsante della Parola si propaghi in tutto l'universo umano e divino, riequilibrando e ridonando la vita alle realtà considerate perdute, e incenerendo con la potenza della sua luminosità tutti i falsi bagliori mondani e meramente umani che aspirano all'ipocrisia velata.
Umanamente, non lo si rileva; non appare, rimane nascosto, questo quasar evangelico, nel cuore dell'umanità; ma questo soggiacere non è mai mortale: è sempre seminatore della vita: di una modalità di vita nuova e rinnovante.
Anche le apparenze della sconfitta, delle violenze subite, sono solo migratorie e apparenti: quello che resta, negli sconvolgimenti e nelle distrazioni universali, è ciò che riappare, da lontano, come luce brillante, pulsante, determinante, quasi un piccolo punto di riferimento nella tenebra totale.
Nel quasar evangelico ritroviamo la Parola che si fa luce e riferimento, e si incarna nella missione del nostro essere e del nostro fare; quasar testimoniato sempre in piccolezza e da lontano, da molto lontano...Ma là, infine, ognuno deve tendere, se vuole rivivere attingendo a una sorgente di Verità. 

* * * * * * * * " Geroglifici " * * * * * * *



Leggere il Vangelo
non è semplice opera intellettuale e di sapienza umana.
Pur con tutta la buona volontà, questo è solo il primo passo per una autentica rilettura.  Infatti, la Parola del Vangelo, densa di Mistero, è proprio come il segno geroglifico che occorre decifrare e interpretare, anche attraverso l'ausilio di un "medium" che ne autentichi e garantisca sì l'interpretazione, ma sopratutto la sua applicazione.
Il segno misterico della Parola del Vangelo, inoltre, si arricchisce del percorso del progresso della cultura umana, con la quale entra in simbiosi, quasi in una "dialisi" benefica e rigenerante a livello culturale, spirituale, morale, ed infine anche intellettuale.
Come per il geroglifico antico, questa antichità diventa il vaglio e la garanzia per il progresso della Verità, che appare in quei segni come un dono, e richiede sempre l'animo paziente e sapiente dell'accostarsi ad essa.
Solo l'occhio penetrante e decifrante dello Spirito, del Grande Spirito che rivive in questi segni nella loro profondità, può aprire il cuore, la mente e l'anima di chi vi si accosta con sincertità e disponibilità, risuscitando attraverso la cultura antica il desiderio e la passione per una novità in evoluzione.
Che si attua in chiunque, leggendoli così,
li rivive e li rilegge nel vissuto di ogni giorno.
( P.S.:
Non è che per caso quell'immagine egizia lì sopra alluda all'Annunciazione dell'angelo a Maria? ...No, no di certo...Però...E quell'occhio, allo Spirito?...)

" Deus Absconditus "

"C'è abbastanza luce per chi vuole credere e abbastanza buio per chi non vuole credere" (B.Pascal)
Il Vangelo è l'orma di Dio...
In esso, possiamo sempre trovare; ma in esso, dobbiamo sempre cercare.
Ci viene dato qualcosa per l'amore di Dio,
ma ci viene nello stesso tempo tenuto sottratto qualcosa,
per il giusto timore di Lui.
Nell'atto in cui Dio si da nel Vangelo, nello stesso tempo da esso si sottrae,
per un sereno equilibrio della propria identità e del rapporto con l'umano.
Il Vangelo diventa così un camminare procedendo su una base concreta,
ma nello stesso tempo una ricerca che coinvolge la nostra attenta e preziosa collaborazione.
In tutto questo procedere Dio appare e si nasconde,
e resta per sempre nella sua piena e perfetta identità del Mistero.
Spiegare  il Vangelo con lo strumento della logica umana è un assurdo,
e finisce per ridurre tutto il messaggio nel limite e nelle strettezze del relativo, e spesso del negativo.
Il Vangelo è da comprendere, da accogliere "prendendolo in noi" con il cuore, la mente e l'animo nella disponibilità alla Verità, che si fa in noi, rendendoci a nostra volta coscienti di essere segni del Mistero di Dio.

. . . . . . . . . . " Sitz im leben " . . . . . . . . . .

Sitz
im leben:
Seduto
sulla vita
                             Quanto è importante il contesto!


Il Vangelo, di fatto, così com'è, non è un granchè, se non è ben messo "seduto" nel contesto del nostro vissuto; o volendo, se non facciamo viceversa: non ci mettiamo ben situati - "seduti" - nel contesto del suo vissuto. 
Altrimenti, ne risulterebbe uno sgorbio incomprensibile;
oppure, viceversa, noi risulteremmo sgorbi incomprensibili di esso.
Altrimenti, ancora, parleremmo in un modo, e si intenderebbe in un altro modo:
non ci troveremmo mai in sintonia: nè noi con il Vangelo, nè noi tra di noi.
"Stare seduti sulla vita" è basilare e necessario, urgente - specie oggi - per recuperare il contesto di un messaggio, e del messaggio evangelico in particolare: questo, infatti, è il primo "buon mezzo di comunicazione", affinchè ogni notizia sia efficace e sensata.
Se consideriamo il contesto del Vangelo alla luce del nostro contesto, ecco che allora tutto si riapre: anche uno sgorbio, in se stesso insignificante, diventa arte di vita, ci parla e ci comunica un messaggio nuovo e bello.
Anche le incomprensioni, in se stesse occasioni di divisione, si superano
e si situano in un contesto di vita, che porta a una nuova sintonia.
Ma per recuperare tutto ciò occorre avere lo sguardo del bambino e la sua fiducia in questa visione nuova, che fa situare tutto nell'ambito di una crescita umana e spirituale, e mai verso il tramonto del dato di fatto, chiaro e ben distinto, fatto e finito...nella morte.

________ " W A B I " ________

                                     
Ogni cosa  può essere fine a stessa, vista in se stessa, considerata così come appare, colta nell'apparenza esteriore, valutata materialmente e fisicamente, presa tale e quale, con la chiarezza e l'evidenza del dato di fatto...
Oppure, può essere rivista, rivisitata in un modo e con uno spirito nuovo, che riveste quella realtà - materiale o spirituale - donandole un "luccichìo", un "brillìo", che la fa apparire come una cosa "brillante", "interessante":  ecco cos'è lo "Wabi".
Anche per il Vangelo, è importante recuperare questo aspetto - suggeritoci dal mondo orientale - che fa essere la Parola di Dio un mistero vivo, brillante, lucente e interessante...  Anzitutto dentro di noi, e poi - in modo naturale - fuori, attorno.
E' questione di passare dalla semplice analisi intellettuale e delle idee - pur sempre da mantenere - all'incontro tra l'energia del mistero umano e la realtà in questione, qualunque essa sia: sia un sasso, sia la Parola del Vangelo...
Tutto può ricevere questa energia rinnovata e rinnovante dello "Wabi".

Se un oggetto o un'espressione può provocare dentro noi stessi
una sensazione di serena malinconia e un ardore spirituale, allora si può dire che quell'oggetto è " Wabi ".
Si può riassumere l'Wabi dicendo:
Il wabi nutre tutto ciò che è autentico accettando
tre semplici verità:
nulla dura, nulla è finito, nulla è perfetto.

Della falsa umiltà...


L'arte del pavoneggiarsi  non sfila solo tra le mondanità, ma spesso fa capolino tra un atto e l'altro dell'azione liturgica, della preghiera, della pratica pastorale e catechetica, della stretta osservanza religiosa e della forma più alta del servire evangelicamente.
Se poi entriamo nel momento della meditazione e del raccoglimento, ci accorgiamo ben presto che ci assalgono, proprio nei momenti più sacri al Vangelo, le tentazioni di grandezza e di superiorità al Mistero stesso.
Il Vangelo sembra non ci basti per essere veramente noi stessi...e allora cominciamo a fare la "ruota" attorno a noi, facendo vedere di più di quello che siamo...ma sempre con la dovuta cautela, e avanzando passo passo, quasi su una passerella spirituale.
E così, parlando del Vangelo, sul Vangelo, per il Vangelo, a nome del Vangelo, con il Vangelo, al Vangelo, finiamo per mostrare soltanto noi stessi...
pavoneggiandoci, e sfuggendo sempre a chiunque non apprezza il nostro apparire.

Dentro ciascuno di noi giace l'identità nascosta del pavone,
pronto a mostrare il meglio di sè...
E appena appare un'occasione, ecco l'apparire di noi stessi...ma con discrezione, con l'umiltà: quella appunto "del" Vangelo, quella che ci garantisce che tutto di noi è sempre il meglio, il massimo, e l'ottimo.
"Pavoneggiarsi evangelicamente", ovvero: la falsa umiltà.

"Ostensorio senz'ostia?"

Vangelo di sostanza o solo di accidenti?...
Dov'è finita la sostanza del Vangelo, il nucleo, l'esperienza centrale, interessante e referente?...
...Un'ostensorio senza la particola?...
L'esteriorità sta prevalendo, a scapito dell'interiorità?...
Un Vangelo proclamato, sì, ma spesso solo nella struttura e nel sistema dorato e bello del rito, della formulazione, delle parole, dei canti...a scapito della sintonia con l'energia centrale e centrale, irradiante il tutto?
Un Vangelo riformulato alla moda dell'umano, del mondano, delle mode, per accattivare e attirare a sè?
"Dal Vangelo secondo..."...la sola umanità?
Le regole della trasmissione e della missione hanno preso di mira la logica umana, prima che il farsi di un dono nella semplicità, prima dell'accogliere l'esperienza?
Stiamo puntando troppo sugli accessori del Vangelo, invece di accogliere e vivere "IL" Vangelo?...
Un Vangelo strutturato e sistemato, a scapito di un Vangelo proclamato?
Opera sempre più dell'umano, e sempre meno dello Spirito?...

Una "Password" per il Vangelo?...

Nell'ascolto
e nella predicazione
del Vangelo  è sempre necessario
avere una "Password"...
...Una chiave di accesso, per potersi connettere con l'esperienza in atto, e poter distinguere così le applicazioni del Vangelo stesso nelle sue infinite sfaccettature, e scegliere quella a noi più adeguata e sicura per essere noi stessi in Verità, scartando tutte le altre opzioni, che risulterebbero inutili e illusorie.
Vediamo alcune di queste "Password"...
CRISTO

MARIA
Supponiamo ora di ascoltare una predica, dove cominciamo a sentire queste parole: "Credete in Dio, e nel suo Figlio Gesù, che ci vuole bene e ci è vicino...
e con l'intercessione della Madonna, potremo continuare il nostro cammino della vita..."
... "ALT !" ...
Il messaggio non passa, al di là di semplice idea intellettuale, pensiero astratto, lontano e non applicabile, impossibile a "connettersi" con il vissuto.
E allora?...Come doveva essere? Cosa fare?... Come poter accedere al Vangelo e creare la connessione con l'esperienza? Abbiamo forse dimenticato qualcosa?...LA "PASSWORD"...?...
Già, proprio così. Inseriamola, e risentiamo le stesse parole, ora avvalorate e incarnate:
"Credere in Dio, e nel suo Figlio Gesù CRISTO, che ci vuole bene e ci è vicino...e con l'intercessione di MARIA, potremo continuare il nostro cammino della vita...".
Ora, tutto è OK.
Possiamo ascoltare e predicare, e distinguere così le parole del Vangelo ammaliate dal mondo, rivestite di fatuo e di illusione, di esteriorità e di funzione/finzione, da quelle di un "Euanghelion" nella Verità. 

Exit from the Shell !

 Esci dal guscio del Vangelo!...

Il Vangelo è una energia di potenza che non può stare racchiusa nelle belle preghiere, nelle comode funzioni, nelle chiare e distinte prediche che, fatte di idee e (pre)concetti, lasciano tutto il movimento della vita rinchiuso ermeticamente come dentro un uovo.
...E' una forza dirompente, una rivoluzione naturale e universale, che supera ogni barriera e rompe ogni guscio, scardina ogni incatenamento, esce da ogni schema, e mai per andare contro, ma sempre per andare "oltre" : al di là del muro morale (e spesso anche materiale) che ci creiamo, a nostra immagine e somiglianza.
"Esci dal guscio delle tue certezze- ti grida il Vangelo - per essere te stesso in Verità!"
Altrimenti il Vangelo, fatto per generare la vita, genera la morte; fatto per aprire. origina le chiusure; fatto per dialogare, genera i fanatismi; fatto per l'esperienza, rimane nella "credenza"; fatto per essere vissuto, finisce per essere temuto; fatto per costruire, finisce sempre col demolire; fatto per servire, finisce per umiliare; fatto per pregare, è sotterrato dalle preghiere; fatto per la fede, la nega nei fatti; fatto per esprimere, è ridotto a un rito; fatto per continuare, si blocca nel tradizionalismo; fatto per vedere, finisce per accecare, fatto per farci vivere, finisce per farci morire, come l'uovo sodo, o quello in padella...o come spesso avviene, riducendo tutto a una frittata.

Kès khossè?...


Che cos'è - diremmo, in francese - questo invito a entrare nel Vangelo e riscoprirlo?...
Ma forse - diremmo, in italiano - "che cosa è il Vangelo?"...
Entrare in un mondo antico, quello del Vangelo trito e ritrito?...
O affrontare un mondo nuovo, quello di un modo nuovo di interpretarlo e - sopratutto - di viverlo?
Che cos'è dunque questo Vangelo, per me?...
Che tipo di cosa è, tra le tante cose del mondo, che viaggiano dentro e attorno a me, nel traffico caotico e spesso frenetico della mia giornata?
Che senso ha?
Che valore?
Perchè?
"Euanghelion"...kès khossè?